Si trasloca !

Buongiorno a tutti…da oggi vi aspetto tutti sul nuovo blog Davide Marone !

Un grazie a tutti quelli che mi hanno seguito qui e che continueranno a farlo daal’altra parte!

Davide Marone

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Biodinamica e pensieri sparsi….

Ultimamente si sente molto parlare di viticoltura biodinamica messa in contrapposizione a quella biologica e convenzionale.

Torno a scrivere sul blog  dopo un periodo di riflessione in cui ho avuto modo di approfondire più dettagliatamente alcuni aspetti proprio su queste tre tipologie di lavorare in vigna.

Non ultimo, noi studenti, abbiamo organizzato in Università ad Alba una giornata dedicata a queste realtà in cui sono intervenuti tre agronomi a raccontare le loro esperienze (convenzionale, biologica e biodinamica) e a confrontarsi con oltre 50 aziende.

Non mi dilungo su tutta la storia della biodinamica ma, dopo questo mio periodo di riflessione e di approfondimenti il mio punto di vista non è cambiato e trovo che :

–         la Biodinamica può essere un’alternativa ad altri tipi di viticoltura ma non è l’unica a dare i risultati migliori. E’ come una Religione ci devi credere.

–         Purtroppo non ci sono state risposte sufficienti ed esaurienti su come affrontare le possibili malattie che potrebbero attaccare la pianta.

–         Alcuni metodi usati in Biodinamica vengono utilizzati da tempo in viticoltura convenzionale e biologica ma, dato che è una scienza parallela i risultati sono differenti, naturalmente a favore della Biodinamica.

–         Non si può fare Biodinamica senza lavorare la terra, gli altri l’abbandonano?

–         Ormai il divario tra Biologico e Convenzionale è molto stretto. Si può tranquillamente lavorare con metodologia Convenzionale senza usare fitofarmaci.

 

 

La lista potrebbe proseguire ma preferisco non andare oltre e concludo che la Biodinamica ancora non riesce a convincermi…neppure sui vini.

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RIFLESSIONI…

E’ tempo di riflessioni…Immagine

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Vigne Mastrodomenico – Passito Basilicata IGT Shekàr

Come ho ribadito più volte l’Aglianico del Vulture non è solo vino rosso fermo!

Puo essere un passito come nel caso di Shekàr.

La famiglia Mastrodomenico ci ha creduto e ha prodotto questo vino capace di regalare grandi soddisfazioni e di distinguersi dalla massa dei vini dolci passiti.

Cura maniacale delle viti, appassimento sulla pianta, bassisima resa, la voglia di fare bene, l’amore per la propria terra e l’ambiente hanno permesso di ottenere questo nettare.

Shekàr non è un passito qualsiasi, già dai suoi profumi ti accorgi che non vuole essere prepotente, è fine, delicato e si lascia annusare con piacere emanando sentori di cacao, cioccolato, liquirizia contornati di profumi di frutta matura e confettura, caldi e sensuali.

In bocca ti emoziona, per nulla stucchevole, freschezza e tannino fine avvolgono il palato, morbido e setoso rilascia una leggera dolcezza intensa e persistente. Nonostante sia un vino passito ha una beva eccecionale che non ti stanca anzi…ti invita ad avere sempre il calice pieno.

Ottimo da abbinare a dolci secchi e al cioccolato ma ideale per passare una bella chiacchierata tra amici.

Faccio i miei complimeti a Vigne Mastrodomenico perchè hanno sempre creduto in questo progetto ottenedo anche il primo vino italiano che segue la tracciabilità Farm to Fork.

 

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Tenuta Eleano – Basilicata IGT Malvasia Fedra 2011

Siamo sempre in Basilicata, ma anche questa volta non parlo di Aglianico del Vulture bensì di un’ altra varietà a bacca bianca molto coltivata in questa regione, la Malvasia di Basilicata.

Ci spostiamo dai comuni del Vulcano verso il materano, nella zona di Tricarico, dove viene coltivato questo vitigno a circa 800 mt. di altezza e in cui terreno e clima permettono la massima espressione di questo vino.

Fedra non è una malvasia semplice e leggera, i profumi sono intensi e suadenti, aromatici proprio a ricordare l’acino. E’ piacevole sentire sentori floreali che ricordano la ginestra e che virano fino a percepire il profumo della buccia dell’uva.

In bocca è di gran corpo e i 14% alc. si sentono tutti, non ha mezzi termini si scontra con tutto il palato e resta li, lunga e persistente con la sua mineralità e buona acidità. Un delicato ritorno di gusti sapidi e dolciastri che si amalgamano in un sapore unico e deciso.

E’ un vino da bere fresco, ma non per alleviare la canicola che secca la gola, ha bisogno di cibo sia a base di pesce sia carni bianche. Da provare con formaggi di media stagionatura.

Ricordatevi che in Basilicata non ci sono solo i rossi ma anche ottimi bianchi come Fedra.

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Musto Carmelitano – Maschitano Bianco IGT Basilicata 2009

Eh si la Basilicata non è solo terra di grandi rossi, ma anche di un gran numero di bianchi nelle loro diverse varietà e interpretazioni.

Elisabetta di Musto Carmelitano propone nella sua gamma anche questo Maschitano Bianco a base di uve moscato 100%

Vinificato secco, pochissimo residuo zuccherino e una grande freschezza.

Con questo vino la mente viaggia subito nelle calde giornate estive trascorse in Basilicata, tra le vigne , i campi con quel leggero venticello che ti accarezza e ti porta profumi di fiori, di frutta e di grano.

Vengono preservati i sentori aromatici del vitigno con ricordi floreali di ginestra, leggeri ricordi di salvia e pesca. Più fine e delicato rispetto al millesimo 2009.

In bocca, fresco, entra deciso con la sua acidità che svanendo lascia posto ad armonia e persistenza gustativa. Piacevole e mai difficile un ottimo compagno per le calde sere d’estate.

Qualche commento sull’annata 2009 la trovate qui.

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Jean-Marc Brocard – Petit Chablis Domaine Saint Claire 2010

Durante la mia visita a Chablis, girovagando per le stradine del paese, mi sono ritrovato da questo produttore ad assaggiare i suoi vini. Ricordo che mi erano piaciuti molto, soprattutto il suo Chablis da uve biologiche, e ne ho acquistato alcune bottiglie.

Nonostante sia un Petit Chablis nel bicchiere mi ritrovo un vino importante, di grande stoffa, ma con una bevibilità sorprendente tanto che la bottiglia finisce senza neppure accorgertene.

Al naso spiccano sentori citrini, di pera e con un sottofondo di lievito tutto avvolto da una sensazione di acidità molto piacevole che ti invita ad apprezzare l’intensità olfattiva più volte.

In bocca l’acidità la fa da padrona, avvolge il palato senza essere fastidiosa, lascia spazio a sapori di frutta fresca leggermete acerba che echeggiano sulle papille gustative. Lunghissimo ,lunghissimo, lunghissimo…

Ottimo bicchiere e grandissima beva soprattutto in questi giorni di calura anche se una sola bottiglia non basta…

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Casa Coste Piane – Valdobbiadene Prosecco

 

Ho conosciuto Andrea (@primobicchiere) su twitter e mi è piaciuta subito la sua passione per il mondo del vino e il suo modo di affrontare tematiche varie legate alla degustazione e all’enologia. Vi consiglio di leggere il suo blog sempre molto aggiornato ed interessante.

Sono contento di ospitarlo nel mio blog e lascio spazio al suo racconto :

Voglio aprire  ringraziando Davide, il padrone di casa, che mi ha lasciato l’onore di scrivere sul suo blog, e si è sobbarcato l’onere delle boiate che potranno uscire da questo post 😉
Vabbè tralasciamo ora i convenevoli e concentriamoci su una piacevole degustazione.

L’estate inizia a bussare alle porte e il mercurio del termometro si è lasciato con scioltezza alle spalle i 30°. Quindi per una cena tra amici va da sè cercare in cantina qualcosa che possa soddisfare il palato ed attenuare l’afa appiccicosa.
Scartando a priori rossi alcolici (non è proprio questo il loro momento), opto per un Prosecco di Valdobbiadene di Casa Coste Piane, a fermentazione naturale.
Decido di lasciarlo a soggiornare per un breve periodo in frigorifero, non so se è vietato dall’ “etichetta” ma garantisco che ha avuto effetti positivi sui commensali. Anticipo poi le portate stappando la bottiglia che avrà così la duplice e riuscita funzione di aperitivo e accompagna-pasto.
Il Prosecco Casa Coste Piane ha un colore cinereo lievemente torbido che lascia andare profumi delicati, dove il lievito troneggia ma lascia posto anche ad un parvenza citrina e ad un floreale poco pungente.
Il perlage davvero fine in bocca diventa esaltante. Il liquido si muove setoso e carezzevole, come un massaggio rilassante per il palato, con una morbidezza che si fonde alla perfezione  alla freschezza beverina, regalando un sorso elegante, omogeneo ed invogliatore.
Un vin de soif da non farsi mancare per i prossimi numerosi aperitivi estivi e non solo.
Se non ricordo male la bottiglia è praticamente  finita prima dell’arrivo dei primi 😉

Ringrazio Andrea per il suo contributo esente da boiate 🙂 e spero di riospitarlo presto nuovamente su questo blog.

 

Immagine reperita sul web

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Tenuta Eleano – Basilicata IGT Moscato Ambra 2011

Ho avuto il piacere di conoscere Alfredo Cordisco di Eleano durante il mio ultimo viaggio in Basilicata e le sue parole sulla conduzione della cantina, sulla cura delle vigne e sull’ interpretazione del terrritorio mi hanno colpito molto.

Ci troviamo nel comune di Ripacandida (PZ), più precisamente nella zona di Pian dell’Altare, da tempo vocata alla produzione dei migliori Aglianico del Vulture. Qui Alfredo scommette, anche, su un altro vitigno: il Moscato.

La surmaturazione delle uve da origine ad Ambra, un vino che mi ha stupito ed emozionato. Lo avevo già assaggiato dalla botte e ne ero rimasto affascinato; riassaggiandolo dalla bottiglia, nonostante sia ancora un neonato, ha confermato le mie aspettative.

Colore ambrato luminoso con leggere sfumature che tendono al rosa antico, naso elegante piacevole con i suoi ricordi di profumi rosacei, di frutta candita e miele. Sentori lunghi e piacevoli, direi sensuali.

In bocca ha grande acidità, piacevolezza e complessità. Avvolge bocca e palato con  eleganza e fragranza mai stucchevole, ritorni di rosa e uva matura, preciso e persistente. Non si fa dimenticare!

Bevuto da solo o in compagnia magari accompagnato da qualche dolcino vi farà trascorrere un bellissimo dopo pasto e una piacevolissima serata.

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Vulture : Una Viticoltura di Passione

Musto Carmelitano “Serra del Prete”

Il Vulture, per me, è passione pura oltre che rispetto e orgoglio per la mia Terra.

Durante il mio ultimo viaggio in Basilicata ho avuto la conferma che nel Vulture si fa il vino sempre più per passione.

Queste le cantine da me visitate :

Musto Carmelitano
Cantine del Notaio
Vigne Mastrodomenico
Eleano

Elisabetta Musto Carmelitano, titolare dell’omonima azienda sita in Maschito (PZ), mi porta in giro per i vigneti situati a Serra del Prete e Pian del Moro, tutti curati in modo maniacale.
Vigneti a conduzione biologica che esprimono nei vini lo sforzo e il lavoro condotto in vigna.

Musto Carmelitano “Pian del Moro”

Tra i vari assagi, interessanti le nuove annate 2010 di Serra del Prete e Pian del Moro che denotano ancora segni di gioventù e mancanza di affinamento, ma già esprimono profumi e persistenza di gran livello.

Con Gerardo Giuratrabocchetti, di Cantine del Notaio, ho fatto una lunga chiacchierata.
C’è una gran voglia di comunicare, di far conoscere questo vino….ovunque!
Bisogna partire tutti insieme valorizzando questa passione per il Vulture; c’è un tesoro, una grande professionalità e una grande passione di tutti i produttori da comunicare.
Lui ci crede…io anche!

Donato Mastrodomenico con la figlia Emanuela, di Vigne Mastrodomenico, mi portano nei loro 8 ettari di vigneto situati nel comune di Rapolla.

Vigne Mastrodomenico

Sentire parlare Donato dell’amore per la sua terra, di tutti i sacrifici fatti e con quanta convinzione ha “costruito” il suo sogno…non ha paragone!
Mi spiega in modo approfondito e mi fa toccare con mano i suoi vigneti illustrandomi caratteristiche e differenze di questo territorio.
Una piccola azienda che, tramite il supporto di Giuseppe (il figlio) ha anche investito sulla tecnologia scommettendo sulla tracciabilità della filiera attraverso il progetto “Farm to Fork

Stazione Meteo

Centralina

 

 

 

 

Incontro Alfredo Cordisco, dell’Azienda Eleano, nella nuova struttura di Ripacandida che è in fase di ultimazione.

Nuova cantina di Eleano

E’ stata organizzata seguendo la metodologia di una grande azienda, ma non dimenticando la cura della materia prima e prestando particolare attenzione alla semplicità nell’ effettuare tutte le operazioni di cantina e alla tutela dei lavoratori.
La cura e il lavoro in vigna, di Alfredo, si ritrovano negli assaggi dei suoi vini tutti molto interessanti.
Mi ha colpito molto Eleano 2011, assaggiato da botte, un vino a cui sarà destinata la DOCG. Giovanissimo, ma che brilla già ora in eleganza, frutto e struttura.
Ottimo e di gran eleganza Ambra 2011, sempre campione di botte, ottenuto da una Vendemmia Tardiva di Moscato. Al naso sentori intensi di salvia, frutta candita e miele che si ritrovano nell’assaggio fine ed elegante, di lunga persistenza e mai stucchevole.

Questi sono alcuni dei personaggi del Vulture che, insieme a molti altri, lavorano con passione per la loro Terra e che credono nell’ Aglianico del Vulture che deve essere comunicato e fatto conoscere sempre più!

Si deve fare, si può fare e ce la possiamo fare….

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